![]() |
|
E’ difficile per un risparmiatore comprendere che in molti casi investimenti che di solito davano un minimo di rendimento ora possono dare ritorni negativi. Lo è ancora di più se pensiamo che le scelte in campo finanziario sono fatte in condizioni di incertezza, perché non possiamo sapere a priori come evolverà la situazione e la paura di sbagliare crea un forte stato d’ansia. Lo stesso sta accadendo per la scelta del tasso del mutuo, fisso o variabile? Fino a qualche mese fa la scelta risultava abbastanza facile, o meglio aiutava molto la differenza fra tasso fisso e tasso variabile che mediamente negli ultimi dieci anni si è sempre attestata fra il 2 ed il 3%. Ad esempio un mutuo di 150.000 euro a 20 anni a tasso variabile poteva avere una rata di 760 euro al mese, mentre un mutuo a tasso fisso, a condizioni ottime (tasso a partire dal 4,5% fisso) aveva un piano di ammortamento con una rata di 950 euro al mese, una differenza di ben 190 euro al mese che poteva diventare anche di 250 o 300 euro a seconda della banca o del momento in cui veniva fatta la richiesta. La scelta qui, da un punto di vista economico, veniva fortemente influenzata dalla rata portando i mutuatari ad optare per il mutuo a tasso variabile senza pensare troppo al rischio che si accollavano. Un nucleo familiare con un reddito di 2500 euro al mese che si impegna a versare una rata a tasso variabile di 760 euro per il mutuo di cui sopra si mette in una brutta situazione poiché ai primi aumenti di tasso andrà subito oltre in affanno essendo il rapporto rata reddito già al 30% in partenza, e se la situazione perdura può diventare facilmente insostenibile se non può contare su altre entrate, con tutto ciò che ne consegue. Diverso è invece se il nucleo familiare in questione avesse un reddito ad esempio di 3000/3500 euro perché in questo caso l’aumento della rata potrebbe facilmente essere assorbito e gestito. Oggi la differenza fra mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile si è ridotta molto rapidamente al minimo, un tasso fisso a 20 anni lo possiamo avere al 2,85% contro un mutuo a tasso variabile del 2%. Pensate, una rata di 820 euro fissa contro una di 760 variabile. Possiamo senz’altro affermare che mai prima d’ora un mutuo a tasso fisso è costato cosi poco. Dunque scegliere un mutuo a tasso fisso oggi è senz’altro un affare per 2 motivi, il primo perché non è costato mai così poco, il secondo perché ci consente di non esporci ad eventuali oscillazioni dei tassi. Ricordo che l’euribor nel 2008 ha superato il 5% mettendo in difficoltà molti mutuatari. Chi invece ha margine e quindi può sostenere un mutuo a tasso variabile, anche se il risparmio è minimo, può ridurre i rischi di volatilità dei tassi chiedendo un mutuo indicizzato al tasso BCE piuttosto che all’euribor. In questo modo possiamo proteggerci in caso di forte aumento dell’euribor per cause legate alla domanda e all’offerta di denaro sul mercato interbancario di Londra. Ci sono diverse banche che consentono di fare questa scelta senza nessun aggravio in termini di spread.